Domenico Martino

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USA, Europa e Cina: chi vince sui mercati azionari?

2022-01-20 23:43

Domenico Martino

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USA, Europa e Cina: chi vince sui mercati azionari?

Il mercato azionario americano è senza alcun dubbio il più grande e sviluppato a livello mondiale. Nonostante la centralità economica dell’Europa...

Il mercato azionario americano è senza alcun dubbio il più grande e sviluppato a livello mondiale. Nonostante la centralità economica dell’Europa nel mondo e la crescita impetuosa della Cina, per monitorare lo stato dell’economia e produrre previsioni finanziare tutti gli operatori monitorano in primis gli States.

Gli USA sono anche il mercato più redditizio?

Per rispondere alla domanda e per confrontare l’andamento delle tre aree, sono stati utilizzati i dati dei relativi indici di riferimento: l’S&P 500 per gli USA, l’Eurostoxx 600 per l’Europa e lo Shangai Composite index per la Cina. Il periodo di analisi è 2001-2021, ossia 21 anni, in quanto per Europa e Cina i dati precedenti a questo periodo non sono significativi. Basti pensare che le serie storiche di dati americane partono anche da fine ‘800 del vecchio millennio!

Da una prima analisi notiamo la capacità dell’S&P 500 di generare rendimenti positivi in maniera più frequente rispetto agli altri due indici.

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L'S&P 500 ha generato rendimenti negativi per soli 6 anni su 21. I restanti 15 sono tutti positivi.

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L'Eurostoxx 600 ha invece generato rendimenti negativi 8 anni su 21, mentre i periodi positivi sono 13.

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Il mercato cinese, con lo Shanghai Composite, ha generato negativi per 10 anni su 21 e 11 positivi.

Nel periodo 2001-2021 il mercato americano ha reso circa il 315%, quello europeo il 63% e quello cinese il 125%. Quindi il mercato americano è stato nel ventennio esaminato certamente il più redditizio.

Quanto avrebbe guadagnato un investitore?

Vediamo con un esempio qual è il rendimento che, più o meno, avrebbe portato a casa un investitore, supponendo di acquistare per ogni fondo 10.000 euro di quote, con costo del 2% all’anno (costo che si può ritenere molto alto). Supponiamo anche che il fondo ottenga le stesse performance del benchmark/indice.

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Osserviamo che investendo su un fondo azionario americano l’investitore porta a casa quasi 28.000 euro, mentre sull’azionario europeo quasi 11.000 euro e, infine, sull’azionario cinese circa 15.000 €. Insomma, se l’investitore avesse davvero investito in un mercato diverso da quello americano non avrebbe nemmeno raddoppiato il capitale. Davvero un pessimo risultato nonostante i ritorni comunque positivi!

Ma non illudiamoci dei ritorni positivi e…

…Attenti ai costi!

Abbiamo visto che il rendimento complessivo dell’S&P 500 è del 315%, per cui al 2021 l’investitore doveva portare a casa NON i circa 28.000 euro (il 179% di 10.000 euro) MA ben 41.500 circa. Con un costo del 2% all’anno per 21 anni, si ottiene una riduzione di circa il 135% del rendimento. Un qualcosa di poco accettabile ad oggi, grazie anche a tutta una serie di prodotti finanziari acquistabili a costi contenuti.

Siccome siamo realisti e, fortunatamente, i servizi vanno remunerati (altrimenti di cosa vivono i dipendenti delle società di gestione?), supponiamo di dover pagare un costo - dimezzato - dell’1% all’anno. Costo accettabile sia per i gli investitori che per le società di gestione. Il solo fatto di ridurre il costo dal 2% all’1% fa schizzare il rendimento complessivo dell'azionario americano dal 179% al 240% (+61% rispetto a costi del 2%), con un capitale finale di circa 34.000 euro. Lo stesso concetto, con percentuali differenti, vale per le altre due asset class.

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Quindi investo solo negli USA?

Il mercato nel quale investire dipende, come sempre, dalla strategia che si adotta ( o condivide con un professionista) nel processo di investimento.

Ricordiamo che gli indici europei e cinesi vedevano la loro piena operatività da inizio anni 2000, mentre l’S&P 500 vantava già una lunga storia e, di fatto, una maggiore affidabilità presso la comunità finanziaria. È quindi normale che il mercato americano abbia attratto un flusso maggiore di investimenti e, di conseguenza, quotazioni migliori.

Per gli anni a venire, infatti, dobbiamo considerare due fattori. Il primo è che l’Europa sta consolidando il processo di integrazione economica e politica, ed è già leader mondiale nella "transizione verde"; sempre più l'Europa potrà imporsi sui mercati finanziari come un’area unica (un po' come gli USA) e non suddivisa in tanti "Feudi" nazionali. Il secondo è che la Cina sta imponendosi come primaria potenza economica e presenta tassi di crescita sostenuti. Aspetti, questi, da non sottovalutare!

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